mercoledì 2 febbraio 2011

Superstudio (parte seconda)



Eccoci arrivati alla seconda parte del post riguardante Superstudio sempre ad opera della nostra EmilyK. La prima parte, la trovate qui.

Lo sbarco sulla luna del ‘69 aprirà nuovi scenari che metteranno a disposizione di Superstudio un universo di immagini, di luoghi ancora più desertici di quelli scelti dalla Land Art, privi di ogni traccia umana, ideali rifugi di un architettura visionaria sempre più lontana dalle frustrazioni dell’architettura terrestre. Nei fotomontaggi verrà rappresentata un’architettura interplanetaria fatta di un universo pianificato, dove una fantastica tecnologia consentirà di avvicinare la luna e la terra collegandole con un’autostrada capace di generare un campo magnetico di attrazione degli asteroidi.
Dopo l’apoteosi dell’architettura declamata nella forma del Monumento Continuo, il gruppo prefigurerà una città fatta di sole persone libere di muoversi in un invisibile network di informazioni ed energie vitali. L’uomo non sarà più unità di misura dell’architettura, ma diventerà lui stesso edificio della nuova città. I parametri quantitativi non saranno più i metri cubi, ma il numero di persone che occuperanno la superficie. Non a caso i riferimenti che saranno evocati per l’idea di griglia di occupazione del suolo comprenderanno le folle di giovani hippie riuniti ai concerti di Woodstock e dell’isola di Wight proposti come esempi di situazioni di vita senza più architetture e strutture urbane.
Le idee non si limiteranno al solo disegno di una griglia tecnologica in grado di costruire microambienti artificiali, ma arriveranno a formulare modelli alternativi di sopravvivenza resi possibili dal potenziamento dei sensi umani: cyborg o membrane tecnologicamente sofisticate da applicare al corpo degli individui per regolarne la temperatura e la respirazione.

Importanza emblematica assumerà il concetto di Supersuperficie, una griglia di fasci sottili che verrà stesa al suolo e in cielo per rappresentare il network energetico di una città globale. Oltre questo grado zero dell’immagine a Superstudio non rimarrà che concentrare la ricerca sui riti e sulle leggi che regolano il comportamento antropico, per poter tratteggiare nuovi ‘viaggi’ in altre ‘regioni della ragione’. Risultato di questa nuova direzione saranno le visioni delle 12 Città Ideali.


Superstudio si distinguerà immediatamente nell’ambito delle neo-avanguardie europee e raggiungerà un riconoscimento internazionale con la mostra ‘Italy: the new domestic landscape’ al Moma di New York nel 1972. Le sue opere diventeranno fonte d’ispirazione per gli architetti contemporanei più famosi da Rem Koolhaas a Zaha Hadid.

FINE

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