Gucci Gucci Louis Louis Fendi Fendi Prada non è solo una citazione estrapolata da uno degli anthem del 2011 ad’opera di Kreyshawn, also known come la Lady Gaga delle cattive maniere, ma è anche la dichiarazione di un bisogno comune di tornare ai tempi in cui l’hip hop e l’ r&b erano uno stile di vita fatto di cose semplici, cazzottiere e Louis V bags.
Certo ripristinare quelle umili abitudini cui eravamo affezionati non è cosa da poco, soprattutto ora che nessuno ha più voglia di farsi texturizzare le proprie Timberland con monogrammi Gucci, ma nel frattempo sono tanti i paladini di questa corrente che offrono un sano tuffo in quei momenti di musica così sinceri e spassionati. Ultimo, in ordine cronologico, è il producer gallese Hudson Mohawke, che non ha resistito al dovere etico di riportare in auge le bassline più sporche e i vocals più catchy che la nostra evoluzione sfrenata ha dimenticato di salvaguardare.
Pleasure Principle è il nome del baraccone montato sù da Hud Mo (dopo l’analogo esperimento dell’ep Ooops) con l’intento di rendere indimenticate le midtempo hood & chic e le slowjam baby-making; un intero URL dedicato per il progetto che si presenta come an imaginary world where The Dream, Morris Day and Alexander O’Neal headline illegal raves and Timbaland never fell off, e giuro che mai bio attirò tanto la mia attenzione. Janet Jackson, Gucci Mane, Aaliyah, Jodeci e Keri Hilson sono i primi ospiti dell’impresa firmata Mohawke, per vivere un’esperienza evocativa come poche nel riascoltare il super horny bridge Every freek'n night and every freek'n day i wanna freek you baby in every freek'n way dei fratelli K-Ci e Jo-Jo (Jodeci) o risintonizzando i nostri ammortizzatori idraulici sui bassi che Polow Da Don confezionò per Keri Hilson in Turnin me On, neanche troppi anni orsono (2008). Sono sicuro che grazie a benefattori come Hud Mo, piuttosto che altri esponenti della corrente post-dubstep/futurebass/soul-dub ai quali sta ugualmente a cuore la causa, potremo tornare a rivivere quei momenti scanzonati, scandidi dalle pacche sui culi delle shawties e dal bling-bling degli amati grillz.
Certo ripristinare quelle umili abitudini cui eravamo affezionati non è cosa da poco, soprattutto ora che nessuno ha più voglia di farsi texturizzare le proprie Timberland con monogrammi Gucci, ma nel frattempo sono tanti i paladini di questa corrente che offrono un sano tuffo in quei momenti di musica così sinceri e spassionati. Ultimo, in ordine cronologico, è il producer gallese Hudson Mohawke, che non ha resistito al dovere etico di riportare in auge le bassline più sporche e i vocals più catchy che la nostra evoluzione sfrenata ha dimenticato di salvaguardare.
Pleasure Principle è il nome del baraccone montato sù da Hud Mo (dopo l’analogo esperimento dell’ep Ooops) con l’intento di rendere indimenticate le midtempo hood & chic e le slowjam baby-making; un intero URL dedicato per il progetto che si presenta come an imaginary world where The Dream, Morris Day and Alexander O’Neal headline illegal raves and Timbaland never fell off, e giuro che mai bio attirò tanto la mia attenzione. Janet Jackson, Gucci Mane, Aaliyah, Jodeci e Keri Hilson sono i primi ospiti dell’impresa firmata Mohawke, per vivere un’esperienza evocativa come poche nel riascoltare il super horny bridge Every freek'n night and every freek'n day i wanna freek you baby in every freek'n way dei fratelli K-Ci e Jo-Jo (Jodeci) o risintonizzando i nostri ammortizzatori idraulici sui bassi che Polow Da Don confezionò per Keri Hilson in Turnin me On, neanche troppi anni orsono (2008). Sono sicuro che grazie a benefattori come Hud Mo, piuttosto che altri esponenti della corrente post-dubstep/futurebass/soul-dub ai quali sta ugualmente a cuore la causa, potremo tornare a rivivere quei momenti scanzonati, scandidi dalle pacche sui culi delle shawties e dal bling-bling degli amati grillz.
- Diego Giovannettone
Nessun commento:
Posta un commento