1) Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori.
Stefano: Distanti per caso, o un po per scelta, ma comunque cerchiamo di migliorare noi stessi, come persone, non come musicisti, perchè non lo siamo, quello che facciamo non è l'intento di fare musica, perchè non la sappiamo fare, piuttosto raccontare storie di cose, persone, di cui bene o male tutti abbiamo fatto esperienza.
Enrico: I Distanti sono la vostra lingua preferita. Non sono emo perché non fanno musica. Siamo fortunati ma ci annoiamo. Non sputiamo sul piatto su cui mangiamo perché è una frase del cazzo. Ci piace la musica che non facciamo più della musica che facciamo perciò cerchiamo di fare musica. Come "ogni errore di ortografia è espressione di un desiderio", ogni nota che suoniamo è espressione di qualcosa che avremmo voluto fare per bene. Perciò ci piacciono lo stesso le nostre canzoni, perché ci leggiamo le nostre cose, che non sono tazzine di caffé fotografate con l'analogica, niente idiozie simili, sono, parafrasando liberamente, "il movimento reale abolito dallo stato di cose esistente". Quando riusciremo ad abolire senza essere aboliti, allora avremo ottenuto qualcosa.
2) Come mai avete scelto il nome "Distanti"?
Stefano: ci piaceva.
Enrico: nessuna affezione in particolare.
Andrea: poi funziona benissimo per il nostro indirizzo e-mail: siamodistanti@gmail.com
3) Il vostro album è a nostro insindacabile giudizio uno dei migliori di questo 2010. Ci raccontate un po' com'è venuto fuori?
Stefano: è stata una sorpresa anche per noi tutta questa attenzione, ci è stato chiesto da Triste di fare un disco e l'abbiam fatto spontaneamente, è stato un input per scrivere pezzi nuovi, spero succeda di nuovo a breve.
Enrico: "Enciclopedia popolare della vita quotidiana" è un album già vecchio ai nostri occhi perché è stato concepito a marzo 2010, ma per varie ragioni, mal comprese pure da noi, è uscito 8 mesi dopo. Noi siamo di Forlì, ma è stato registrato a Torino, grazie alla collaborazione con Maurizio Borgna di Triste (di Torino, appunto). 6 giorni memorabili, soprattutto perché le ore in studio sono state molte meno. È un disco che ci piace molto perché non ha quel suono "giocattolo" del primo Ep, perché è su tonalità dimesse la registrazione contrapposta a una forte tensione dei pezzi, perciò raggiunge quell'equilibrio che cercavamo, quella monotonia che mancava ai pezzi. Come già detto altrove, una stanchezza di fondo contrapposta alla vividezza del racconto diaristico nei pezzi. Stessa stanchezza, pesantezza che esce dal titolo del disco come da vari titoli dei pezzi stessi. Il passo indietro che distanzia e fa vedere da lontano la pochezza delle nostre esperienze, esperienza ineluttabili perciò da migliorare.
4) Progetti per il futuro prossimo?
Andrea: suonare, suonare. Fare nuovi pezzi, registrare nuove cose. E divertirsi tanto soprattutto.
Enrico: Cercare di andare via continuando a suonare. Venite ai nostri concerti così ci divertiamo.
Stefano: su distanti.wordpress.com troverete tutte le nostre prossime esibizioni.
5) Salutate i lettori nella vostra lingua preferita e consigliateci un brano
Stefano: Cià! Ascoltate i vecchi al bar, spaccano loro!
Enrico: Ciao mamma! Sono su Dancelikeshaquilleoneal! Ascoltate "I'm through with love" feat. Marilyn Monroe.
Andrea: shamalaya!
Ivo: Ciao a tutti. Ascoltate radio3.
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