giovedì 4 novembre 2010

Le Luci Della Centrale Elettrica | Per ora noi la chiameremo felicità


Secondo capitolo del progetto le luci della centrale elettrica.
Eccoci qui. Se ne parlerà (nel bene e nel male) almeno fino a primavera.
Il percorso creativo è grosso modo sempre lo stesso: si parte dalle parole (il blog per il primo disco, il libro per il secondo) e si arriva a delle "canzoni". Brani che riprendono quanto iniziato con il demo, ma che a differenza del primo lavoro, hanno un non so che di melodico che arriva quasi a tramutarsi in un ritornello nel brano "quando tornerai dall'estero" (il preferito di chi vi scrive) o ne "l'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici".
Aprire una discussione sui e coi i detrattori della prima e dell'ultima ora è quanto di più sterile possa fare, per questo mi limiterò ad esplicitare alcuni piccoli concetti:
se vi è piaciuto "canzoni da spiaggia deturpata", il libro, i monologhi ai live, vi piacerà anche questo secondo lavoro. Sì perché, a meno che non soffriate di schizofrenia, questo disco per stessa ammissione del suo autore è il punto messo ad un percorso iniziato appunto con il demo, che ha come tappe intermedie il primo disco e il libro e che arriva fino a questo "per ora noi la chiameremo felicità".


Molte riflessioni sulle canzoni nuove, ripensamenti, gioie rabbie & dolori, tempi brevi e tempi lunghi. Sempre tante frasi e pochi accordi, per la gioia degli amanti dei dream theater e di quelli che volevano da me qualcosa di diverso per svagarsi un po’. sempre le uniche canzoni che mi arrivano, senza nessuna voglia di sorprendere nessuno o di farsi applaudire, che sembra banale e falso da dire invece sembrerà assai strano ma veramente non me ne frega nulla e mirerò a sparire di più io e lasciare solo le canzoni e queste luci.

Nel viaggio attraverso parole sospese, immaginari collettivi e frasi che ti prendono dentro il buon Brondi, secondo solo a Berlusconi nel numero di sfottò e critiche ricevute  nell'ultimo mese (quest'ultimo però meriterebbe di peggio ora e subito), si accompagna a musicisti del calibro di Stefano Pilia (ora in pianta stabile nei rinati Massimo Volume), Enrico Gabrielli (iperuomo polistrumentista già Mariposa, Calibro 35, Afterhours, Mike Patton e molto molto altro), Rodrigo D'Erasmo (anche lui già negli Afterhours e illustre turnista di mille progetti e collaborazioni) e Giorgio Canali.
A chi tacciasse questo disco di copia carbone del primo o volesse commentare in maniera acida e frustrata ricordiamo le parole del suo stesso autore:

insieme alle canzoni da spiaggia deturpata e a cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero è come diventata una specie di trilogia della periferia. e il libro è un po' come un ponte, ma come uno di quelli che ho visto in un paesino in calabria, un ponte stretto e altissimo e che sembrava pericolante su una valle, siccome c'era troppo vento era chiuso perché una volta ci hanno detto che un camion era volato via. cosa racconteremo rimandava dei posti delle parole e delle facce delle canzoni da spiaggia deturpata e ha dentro dei paesaggi delle frasi dei personaggi e delle stanze delle canzoni in corso. Anche perchè alcune canzoni uscivano proprio mentre scrivevo l'ultima parte del libro. forse è solo un quaderno pubblicato degli appunti dei due dischi con alcune esondazioni e alcune zone desertiche o antartiche da dove non sono nati né bambini né piante né canzoni né niente, hanno una loro esistenza di inchiostro di stampante laser su carta e in qualche pensiero di qualcuno

E in aggiunta,  queste considerazioni bastonate © che mi fanno tanto ridere:


Insomma è uscito questo nuovo video delle Luci della Centrale Elettrica, in cui in una Milano interinale, popolata di amori a progetto e progetti d’amore irrisolti (questa definizione è originale © ed è in vendita al prezzo di un cartoccio di fusaie a qualsiasi blog strappalacrime ne voglia fare buon uso) si dipanano le mille avventure della Teoria dei Quanti.

Gli Appassionati-Avvoltoi iniziano a volare in circolo su Brondi nel deserto di cui sopra, pronto a farlo a pezzi. Dalla loro hanno che il video – bastano 5 secondi senza audio, di più non ho avuto modo, luogo e voglia di vedere per ora – ha le stigmate della regazzinata, un immaginario di suoni-parole del tutto simile al primo album (sono senza audio, ricordatelo) e una protagonista ciaciotta, adolescente di quell’adolescenza che sognano i ventottenni nostalgici, ossia già consapevole della potenziale coolness dei vent’anni. Contro di loro hanno una nuova traduzione del Corano (Sura XLIX: O credenti, se un malvagio vi reca una notizia, verificatela, affinché non portiate, per disinformazione, pregiudizio a qualcuno e abbiate poi a pentirvi di quel che avrete fatto) e tutta una sequela di stronzate smontabile in pochi minuti:

“Brondi merda, il secondo disco è uguale al primo!” – De Andrè ne ha fatti 180 uguali


Fermi!
“Brondi merda, non è musica!” – Sempre più elaborata di De Andrè

“Brondi merda, i testi sono ridicoli!” – Segue un estratto di un testo di De Andrè:
“Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?"


“Brondi merda, piace alla gente sbagliata!” – Dovreste vedere la lista dei fan di De Andrè.

“Brondi merda, è una moda!” – Anche i Sex Pistols, i Nirvana, e De Andrè. E questo peraltro non è un difetto.

E così all’infinito, e usando solo il monocorde argomento-De Andrè

Se volete fare scorta per l'inverno di occhi lucidi, brividi e frasi da scrivervi sul cuore queste sono le prime date_

tour / anteprima teatrale

11-11-2010 Ferrara Teatro Comunale
02-12-2010 Verona Teatro Camploy
03-12-2010 Milano Teatro Dal Verme
11-12-2010 Firenze Odeon



1 commento:

  1. premesso che a me v.b. piace, ho una domanda: "v.b. che vuoi da de andrè?" vali

    RispondiElimina